giovedì 17 ottobre 2013

Ipotesi di visione

















Linea.Punto.Superficie

Le linee sottili tengono testa alla pesantezza del punto.
(Wassily Kandinsky, Punto Linea Superficie)

Ogni supeficie prelude a uno scavo, in profondità, di taglio, a posteriori. Ogni superficie è terreno di massacri futuri dei quali ricorderemo solo gli scheletri. Ecco a voi le ossa, le congiunzioni risolte e quelle interrotte, ecco a voi la concrezione del tempo su di un muro intonacato.







Tagli e ricuciture in un interno. 
 L'astratto si rimodula sul concreto.
Ovvero
Come alleggerire il foglio/muro bianco usando tendini di filo nero. 
Percorsi di intarsi lungo linee rette e tese.



Entra il sole cambiando i toni d'insieme.

mercoledì 16 ottobre 2013

Passeggiate autunnali in città

L'anno addietro, alla fine di una luminosa giornata di maggio, mentre paseggiavo con Auguste Rodin sotto gli alberi che ombreggiano la sua incantevole collina, gi rivelai il desiderio di scrivere sotto sua dettatura i suoi pensieri sull'Arte. Sorrise.
"Siete un bell'originale!" mi disse. "Dunque vi interessate ancora dell'arte. E' una preoccupazione assai inconsueta ai nostri tempi. Oggi gli artisti e coloro che li amano fanno l'effetto di animali fossili. Immaginatevi un megaterio o un diplodoco passeggiare per le vie di Parigi. Questa è l'impressione che dobbiamo produrre sui nostri contemporanei".

(Auguste Rodin, L'Arte)

Oggi è ottobre, non maggio, però la giornata è ugualmente luminosa e i dinosauri scorrazzano liberi per le strade della città. Dio li protegga sempre e in ogni dove.


Dinosauro realizzato da mio padre con i portabevande take away del McDonald



martedì 15 ottobre 2013

Autumn leaves

E' autunno. Pensieri come aculei.

 
 

Benvenuti

E' quasi passato un anno da quando ho rimesso piede nella casa in cui sono nata. Sono tornata e l'ho trovata nuda, completamente svuotata di ogni cosa che mi ricordassi avesse contenuto l'ultima volta che mia madre estrasse la chiave dalla toppa della chiave della porta principale. Ricordavo ogni angolo, ogni intercapedine, ogni prospettiva. Tutti i particolari, i giochi di luce, i cigolii degli infissi e il rumore del vento sulle tegole del tetto.
Adesso che sono tornata sarà il rifugio della mia persona, della mia mente e dei miei affetti più cari. Lo so già: prenderà la loro forma ed è proprio quell'atmosfera che voglio condividere, nata dalla combinazione di realtà e sogno.
Benvenuti



Superstudio

 


"The Naps of Polly Sleepyhead"

di Peter Newell

 


Scrivere dell'opera The Naps of Polly Sleepyhead di Peter Newell, sfruttando la materia prima in questione come pretesto per superare la tavola e approdare altrove, si offre come occasione per immergersi e sondare le profondità del proprio vorace immaginario in perenne espansione, scendere negli abissi oceanici e risalire guardando fisso le immagini che man mano si ricompongono sopra il velo dell'acqua, forme in divenire che con la loro silhouette nitida e sofisticata parlano in circolo del sonno e della veglia, dell'immersione e della risalita.

I tre movimenti di Polly -veglia-sonno-risveglio- battono il tempo, definiscono il ritmo delle immagini aprendo al teatro onirico di palpebre abbassate dove il possibile ha il potere di edificare le sue architetture contorcendo il reale fenomenico, partendo dagli stessi elementi che in esso brulicano. Quelli di Newell sono esperimenti in provetta, prelievi responsabili dall'universo carrolliano in cui Alice balza nel corpo di Polly e percorre di tavola in tavola gli stessi gradini, fuori-dentro la realtà, diretta nella bolla del sogno. Del resto la meraviglia di Alice di Carroll aveva già intercettato l'orbita di Newell, segnando e orientando il suo gusto verso le dissertazioni sul paesaggio onirico di una bambina addormentata. Come in Carroll, il sogno è una propaggine dello stato di veglia dell'individuo, momento prediletto per slegare le cose dal loro impiego pratico e per farle fluttuare fuori dall'ordinario con lo stesso incanto di un bambino posto difronte ad una lanterna magica, dove luce e colore distorcono le forme, acuendo i sensi dimenticati.



Il sogno per Newell è un'ellissi narrativa in cui gli oggetti si animano, esprimendo il loro demone giocoso e anarchico, agendo nello spazio manomesso.

I frutti delle marachelle oniriche degli oggetti servono specularmente a collegare i cambiamenti reali che intercorrono tra la veglia e il risveglio: il sogno è una copertura mostrativa degenerata del lasso di tempo e di cambiamento che avviene nel mondo reale. Se nella realtà vediamo Polly che si addormenta e che frana fisicamente sugli oggetti modificando il loro stato, nel racconto di Newell si nasconde quella relazione causale, inserendo la parentesi onirica, concedendo così per qualche tempo alla causa di collegarsi all'effetto in maniera altra, gustosamente surreale, beneficiando solo della visione onirica come spiegazione ai fenomeni.

I sogni di Polly sono anche formula e forma di assoluzione: si ribaltano i ruoli e la bambina si ritrova vittima di tiri mancini pianificati da ragni, marionette, palloni di gomma, scatole magiche e bambole di pezza che si interrompono di netto quando il loro climax è giunto all'apice, lasciando Polly con qualche guaio -questa volta reale- per il quale può maledire solo l'ingenua e assonnata sbadataggine che le è propria. Il terreno del sogno è dunque anche sentiero che svia e disorienta chi si lascia ammaliare, e Newell vi si abbandona dolcemente, come dolci sono i tratti del suo disegnare, scegliendo di attuare il trucco ludico del ribaltamento di senso, un senso che trasmigra da parole e cose, che crea artifici e alibi, che maschera pur mostrando, un ponte alto e sottilissimo che collega il prima all'adesso.
http://portalegiovani.prato.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7894